Garuḍa, il signore degli uccelli divoratore di serpenti, compare nel Mahabharata ed è protagonista di vari miti. Simbolicamente è posto in antitesi con il serpente, poiché il primo rappresenta tutto ciò che è solare, vitale, luce, giorno, ideali alti, mentre il secondo è legato allo strisciare, alla terra, all’inconscio, all’oscurità, alla parte ombra, a ciò che è nascosto.
“La vita lavora con i simboli e si manifesta tramite loro: ogni oggetto è un simbolo che contiene la vita.”
Omraam Mikhaël Aïvanhov
L’invito è di sperimentare Garudāsana, posizione yoga di un livello relativamente base, vivendola dal suo punto di vista simbolico: braccia e gambe nella postura rappresentano il mondo dei serpenti, l’apertura del petto e la forza per sostenere il corpo rappresentano la parte più solare legata a Garuḍa, l’equilibrio su una gamba diviene sinonimo della costante ricerca dell’equilibrio tra questi due opposti. In Garudāsana avviene la fusione, la rappresentazione simbolica di due poli contrapposti che possono solo coesistere. Solo realizzando la loro integrazione, avviene il ritorno all’Uno.
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